di Rossana Livolsi - 14 giugno 2024
Non potrò partecipare alla conversazione post elettorale e mi permetto di scrivere due cose.
L'amarezza è tanta, anche perché il risultato era da me imprevisto. Certo non ho visto molta mobilitazione - i nostri ragazzi totalmente assenti ai tavoli - certo ho notato l'assenza integrale dei nostri compagni di viaggio, in particolare + Europa; certo per strada ho ricevuto molti insulti. Tuttavia non credevo ad un tale tonfo, perché tonfo è stato. La verità è che non siamo stati per niente attrattivi verso l'elettorato di Azione. Non siamo riusciti a scalfire quel blocco, nonostante le difficoltà oggettive per Azione di arrivare al quorum. Eppure la campagna del voto utile è stata del tutto inefficace. Perché? Perché non siamo arrivati alla testa se non al cuore dell'elettorato liberal-riformista? Perché non siamo riusciti a scalfire il muro di intolleranza che ci colpisce? Il 3 virgola qualcosa dell'elettorato di Azione ha preferito rischiare la dissoluzione piuttosto che convergere su SUE. E questo è un primo, grosso problema.
Di errori per restare solo al momento elettorale ne sono stati commessi troppi. Aver trascinato le trattative sulla lista per due mesi buoni - dal 24 febbraio data dell'assemblea di + Europa sino a fine aprile - è stato uno spettacolo penoso. Che ci ha esposto ai lazzi del popolo dei social e al bombardamento mediatico di Calenda & Pizzarotti. È stato 1 autentico tiro al piccione. Esiziale. Due mesi sotto i missili di stampa ed avversari senza poter controbattere perché farlo avrebbe significato gettare al mare le residue speranze di lista unitaria. Siamo andati disarmati al suicidio. Mentre i nostri competitori hanno potuto riempire le loro bisacce di ogni genere di fandonia, a cominciare dalle candidature stravaganti e farlocche. Per loro è stata campagna elettorale; per noi è stata 1 agonia. E quando è scattata la campagna vera e propria noi eravamo già moribondi.
Le liste, deboli. Infarcite di sconosciuti, senza alcun legame con il territorio. Nessun portatore di voti ad eccezione di Renzi. Che non è stato candidato a Nord est, unica circoscrizione dove Azione ha superato SUE. Voti persi sull'altare di 1 alleanza alla quale i pretendenti hanno portato ben poco. Non intendo aprire una querelle con radicali e + Europa, però occorre anche saper trattare e negoziare. Ed evidentemente al tavolo dei negoziati siamo stati inefficaci. Chi c'era per noi?
Simbolo e programma non hanno avuto il tempo di farsi conoscere. Occorreva che l'informazione parallela dello strillonaggio fosse in grado di sopperire almeno in parte, all'oscuramento di stampa e TV. E invece io non ho visto la mobilitazione necessaria. Il silenzio lo batti se gridi forte. E ai nostri tavoli non ho sentito gridare. La comunicazione di IV è assolutamente deficitaria. Ad ogni livello. I nostri rappresentanti sono stati eletti a settembre 2023. Nel frattempo abbiamo fatto un paio di assemblee - una solo elettorale - e distribuito fantomatici incarichi in altrettanto fantomatiche cabine di regia, desaparecide in campagna elettorale. Anziché aprirci agli altri provvediamo a chiuderci, e lasciamo andare iscritti e simpatizzanti come fossero degli impedimenti, anziché delle occasioni. È la prevalenza del circolo ristretto che finirà con il restringersi sempre di più. La logica amicale che ammazza qualunque altra buona intenzione. L'apparire - ecco l'esplosione di selfie finti - anziché lavorare, i posti riservati agli eventi, anziché riservare cuore e testa alla politica. Brutti spettacoli che deprimono l'entusiasmo e allontanano simpatie.
Si può risalire la china? Renzi ha sparigliato aprendo il congresso straordinario ed annunciando che lui non sarà in corsa. Occorre una terza testa per il terzo polo. Con ciò dimostrandosi più lungimirante ed intelligente di tanti suoi fedelissimi che stanno schizzando fango per minare il campo della risalita. Non credo ci sia della scienza dietro questo comportamento; solo tanta inadeguatezza: la stessa che ha circondato Renzi obbligandolo ogni volta ad inciampare. Marattin ha fatto bene a candidarsi, aprendo in maniera franca e leale la competizione per assicurare un futuro all'area liberal riformista. Candidatura che sarà accompagnata da una piattaforma politica / organizzativa, così come faranno altri candidati. Spero che lo stesso processo avvenga in Azione anche se le premesse vanno in tutt'altra direzione. A maggior ragione noi dovremo darci un profilo capace di aggredire il blocco liberal riformista; farci portatori di un messaggio "universale" di quest'area tralasciando conventicole ed accordi al chiuso. Tavoli dove si negozia il nulla e ci si dividono solo le povere spoglie; capaci anche di anticipare temi e soluzioni, parlando con tutti la lingua dell'innovazione, del coraggio ed anche della spericolatezza. Ossia l'elettore liberal riformista va ri-conquistato, senza partire necessariamente dalla trattativa con i vertici di Azione, molto restii a mettersi in gioco. E poi rilanciare in maniera alta e forte il messaggio di Stati Uniti d'Europa. Un testimone di forza, passione e razionalità che non va abbandonato. Semmai spiegato, approfondito, dettagliato e trasformato in un simbolo del futuro contro l'arretratezza dei Vannacci, ma anche dei Fazzolari. Coraggio, visione, idee ed ideali, lavoro.
Scusate la confusione, ma ho scritto di furia, scomodamente sdraiata in una spiaggia deserta in Sardegna.